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La guerra è nemica (anche dell’ambiente)

L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, così cita l’art. 11 della Costituzione italiana.

Una guerra comporta danni ambientali elevatissimi e la notizia che i Russi siano giunti a Chernobyl preoccupa molto perché nel corso dei combattimenti tra i militari di Mosca e quelli di Kiev sarebbe rimasto distrutto un impianto di stoccaggio di rifiuti nucleari. La preoccupazione che la guerra in Ucraina possa inquinare l’ambiente con conseguenze per tutti i paesi europei non è affatto da sottovalutare. Basti pensare che l’analista militare russo Pavel Felgenhauer ha dichiarato al Washingotn Post che “la consegna di munizioni aria-superficie, artiglieria, mortai e lanciarazzi multipli nell’area di confine tra Bielorussia e Ucraina potrebbe disperdere detriti radioattivi nel suolo“. Il Donbass, in particolare, è un importante bacino carbonifero e le miniere sono in media profonde oltre 2.300 piedi e devono essere regolarmente pompate per evitare che le acque sotterranee le inondino.

 

Stime dei danni ambientali di una guerra

  • 125.000 furono le tonnellate di agenti chimici utilizzati durante la Prima Guerra Mondiale (Nils Gledistch);
  • 96.000 furono le tonnellate di agenti chimici utilizzati durante la guerra in Vietnam. Il gas nervino utilizzato ha ucciso non solo migliaia di uomini ma anche di animali (Nils Gledistch);
  • In Vietnam gli Stati Uniti impiegarono erbicidi per più di 75 milioni di litri con lo scopo di defogliare le foreste per scovare il nemico. Oltre due milioni di ettari di foreste non sono mai più ricresciute e si sono perse 120 specie di uccelli e 40 specie di mammiferi;
  • Si stima che 21.136.000 galloni, pari a 80.000 m³ di Agent Orange, siano stati spruzzati in tutto il Vietnam del Sud, esponendo 4,8 milioni di vietnamiti e provocando 400.000 morti e 500.000 bambini nati con malformazioni alla nascita, durante quel conflitto;
  • 15 milioni di tonnellate di petrolio sversati nell’Oceano Atlantico per via dei naufragi della Seconda Guerra Mondiale (Michael Lawrence);
  • L’alluvione artificiale del Fiume Giallo in Cina, nel 1938, causò danni ambientali tali da essere definita il “più grande atto di guerra ambientale nella storia” e le stime del numero di morti oscillano tra 500.000 e un milione;
  • Dopo la Guerra del Golfo la concentrazione di nichel nei sedimenti della baia del Kuwait è aumentata di più di 13 volte. La guerra causò incendi dei pozzi petroliferi, nel 1991, i cui contaminanti hanno provocato una triplicazione dei casi di tumori in Kuwait e un aumento dell’incidenza di malattie neurologiche, asma e allergie. L’inquinamento ha anche contaminato il cibo, con il 98 per cento del grano e del latte prodotti localmente che ora contiene nichel e vanadio (Lamya Hayat);
  • E’ passata da 16milioni a 3 milioni il numero della popolazione di palme da datteri durante la guerra Iran-Iraq.
  • Oltre 700 milioni di litri di petrolio sversati nel Golfo Persico inquinando circa 300km di costa tra Kuwait e Arabia Saudita lasciando morire tra i 15000 e 30000 uccelli;
  • Oltre mezzo milione di profughi furono sospinti ai margini del parco nazionale di Virunga in Congo, durante la guerra in Ruanda. Le conseguenze di questi campi profughi furono devastanti per l’ambiente. Secondo il Worldwatch Institute, circa 1.000 tonnellate di legna furono rimosse dal parco ogni giorno per due anni per costruire ripari, alimentare fuochi da cucina e creare carbone. Alla fine del conflitto, 105 kmq di foresta erano stati distrutti e persino i gorilla di montagna, già specie in via di estinzione, furono uccisi per trarne nutrimento.
  • Ogni giorno di guerra si consuma tanto carburante che basterebbe a fare il pieno a 1.125.000 autovetture, questo perché i veicoli militari e le armi provocano inquinamento atmosferico e polveri tossiche.  Peacelink afferma che La combustione di 1 litro di benzina produce 2,35 kg di anidride carbonica (CO2), quella di 1 litro di gasolio produce 2,66 kg di CO2, la media, che useremo per i nostri calcoli sarà perciò di 2,5 kg di CO2 per ogni litro di carburante. Un carro armato Abrams M1, pesa 65 tonnellate e fa 1 km con circa 4.5 litri di carburante, quindi 450 litri per 100 km (il suo motore turbo è soprannominato “gas guzzler”, l’ingozzatore di benzina). Altri tank consumano in media 200-300 litri per 100 km. Un aereo da caccia tipo F-15E Strike Eagle o F16 Falcon consuma circa 16200 litri/ora. Un bombardiere B52 consuma circa 12000 litri/ora. Un elicottero da combattimento tipo AH64 Apache consuma circa 500 litri/ora. Mezzi di appoggio, logistica varia: si può stimare in media un consumo di 1 litro/km. Se una guerra durasse 30 giorni si consumerebbero 1,35 miliardi di litri di carburante con conseguenti emissioni pari a 3,38 milioni di tonnellate di CO2 (equivalente a una città italiana di 344.000 abitanti per un anno).

Inquinamento e Guerra sono due facce della stessa medaglia

Le Nazioni Unite hanno riconosciuto lo scorso 6 novembre la Giornata internazionale per prevenire lo sfruttamento dell’ambiente in guerra e conflitti armati.

Gli sperperi di risorse ingiustificabili per sostenere una guerra, oltre ai problemi etici, sono un danno non solo per la nazione colpita ma per tutto il pianeta. In barba al Protocollo di Kyoto le emissioni gassose in atmosfera, i costi energetici elevati per ricostruire quanto distrutto e i danni ambientali che conseguono ad una guerra non possono vanificare gli sforzi di intere nazioni per ridurre i consumi e risparmiare energia. Nel periodo storico che stiamo vivendo dove i cambiamenti climatici e i danni ambientali sono sempre più preoccupanti, una guerra è profondamente un atto da condannare. Ecologia e Pace, invece, sono due facce di una medaglia più preziosa.