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Parco dei Camaldoli, un polmone verde da riqualificare e salvaguardare

Le aree verdi più conosciute a Napoli sono il bosco di Capodimonte, la villa comunale, il parco Virgiliano, la Floridiana e il non meno importante Orto Botanico. Questi sono anche i più estesi, ma ce ne sono molti altri meno noti. E forse non tutti conoscono il parco urbano dei Camaldoli, conosciuto come bosco dei Camaldoli, che si estende su ben 135 ettari, e si trova sul punto più alto della città di Napoli, a circa 400 metri sul livello del mare, tra i quartieri di Chiaiano, Soccavo, Pianura e i comuni di Marano e Quarto.

La storia del parco dei Camaldoli

Questo ampio polmone verde fu istituito nel 1980 ma solo nel 1996 furono ultimati i lavori di sentieristica principale. Nel 2007 fu inaugurato il panoramico anfiteatro del golfo dall’ingresso (quello in foto) di via dell’Eremo/viale Rai e nel 2010 fu aperto al pubblico un terzo ingresso su via Camaldolilli. L’intero parco è rimasto aperto al pubblico fino al 2016. Poi, a causa della mancanza di fondi per la riqualificazione e manutenzione, carenza di personale addetto alla vigilanza, ad infiltrazioni d’acqua e alla vandalizzazione di alcune aree, è stata decretata la chiusura di due dei tre ingressi. Nel 2018 il Comune inaugurò un’area adiacente al parco su via Orsolone ai Guantai, adibita come area giochi tutt’ora funzionante, ma scollegata dal resto del bosco ceduo e dalla sentieristica.

La manutenzione dei volontari

E’ da ormai sei anni che oltre l’80% della sua estensione è totalmente abbandonata, e in pochi da allora se ne sono presi cura: l’associazione Agrifoglio è una di queste realtà, attiva in una piccola porzione di esso già dai primi anni 2000. Dal 2019 in poi, grazie alla collaborazione dell’ASNU – Associazione Scienze Naturali Unite, sono stati ripuliti due dei sentieri CAI che collegano la collina dei Camaldoli con Pianura e Soccavo. Più gruppi di volontariato nell’ultimo anno si sono occupati di ripulire il parco nei fine settimana.
Purtroppo però non basta, perché l’intera area boschiva è di competenza tecnica del Comune, mentre amministrativamente la competenza è regionale, come da decreto del 2004.

Inoltre ci sono anche diverse strutture abbandonate e vandalizzate, tra cui il vecchio residence e ristorante Il Castagno, un immenso complesso inaugurato negli anni ’80 e chiuso definitivamente nel 2019, ormai un rudere da oltre un anno che necessiterebbe di un’idonea destinazione d’uso, o nell’estrema eventualità, di una demolizione per lasciar spazio alla natura del bosco di castagni, già succubi di molte antenne e ripetitori.

Aspettando la riqualifica del parco

Nel 2020 è stato pubblicato un bando per la riqualificazione del parco. In attesa della partenza dei lavori, non bisogna però dimenticare quanto sia importante tutelare la natura. E chi già lo fa, può sensibilizzare con azioni concrete chi non mostra interesse per l’ambiente. Il parco dei Camaldoli poi, oltre a custodire un patrimonio naturalistico interessante, conserva anche dei reperti archeologici scavati nel tufo.

Un’area verde immensa dunque, quasi completamente incontaminata, che andrebbe anche pedonalizzata fin su all’ingresso, incentivando, per raggiungerla, l’uso del trasporto pubblico locale e la mobilità sostenibile leggera, facendo così conoscere, a piedi o in bicicletta, nella lentezza, la sua naturale bellezza.